Fateful by Claudia Gray

Fateful by Claudia Gray

autore:Claudia Gray [Gray, Claudia]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Horror
ISBN: 9788852024917
Google: KBT77hDlP40C
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2012-04-09T22:00:00+00:00


Capitolo quindicesimo

Cosa faccio adesso?

Devo lasciare il servizio dai Lisle. Ma ho perso i soldi, perciò non posso andarmene.

Probabilmente Layton non intende dar seguito alle sue minacce. L’ho fatto arrabbiare per bene, ma so che in fin dei conti è un debole. Quanto restava in lui di buono si è spento quando ha abbandonato Daisy. Se anche ricordasse qualcosa della parte migliore di sé, senza dubbio ha annegato i ricordi nel vino. No, non c’è niente da temere con lui. Ma Mikhail… da lui non posso difendermi. Probabilmente ha detto a Layton che mi desidera, perché sta cercando di convincerlo a lasciarci soli. Se mai succederà, mi ucciderà per il solo piacere di farlo.

L’unica protezione che avevo era quella di Alec, ma forse ora ho bisogno di essere difesa persino da lui.

A chi posso rivolgermi? Se solo ci fosse qualcuno, sulla nave, che conosce la verità, ma senza rappresentare un pericolo per la mia vita…

Un attimo. Qualcuno c’è. Una persona che sa tutto.

Non so se mi ascolterà, ma devo provarci. Se non altro ho una buona scusa per andare nelle sue stanze.

L’assistente di bordo mi annuncia: — Signore, la cameriera dei Lisle chiede di vedervi. Dice di avere una giacca dimenticata da vostro figlio.

— Fatela entrare — risponde Howard Marlowe.

Vengo fatta accomodare e lo trovo seduto davanti al caminetto. Indossa un completo gessato e una cravatta azzurra, un abbigliamento molto più adatto a un consiglio di amministrazione che non a un viaggio di piacere. È alto e robusto come suo figlio, meno affascinante, ma solo per via degli anni. Gli occhi sono ancora di un verde brillante e la mascella è salda, non è deturpato dall’alcol o dal sovrappeso, come tanti uomini della sua età. Non fosse per la lucida testa pelata, lo si potrebbe quasi scambiare per il fratello maggiore di Alec, anziché per suo padre.

Non dico nulla che possa rivelare subito il vero motivo della mia visita, aspetto di aver valutato il suo stato d’animo. Appoggio invece la giacca di Alec sul tavolo più vicino. — Vostro figlio mi ha lasciato questa ieri sera, signore. Ho pensato di dovergliela restituire subito.

— Grazie. — Non è né amichevole né ostile. Lo definirei… cauto. — Alec non può ringraziarti di persona. Dorme ancora.

Subito dopo colazione… lo immaginavo. Deve essersi trascinato qui dal bagno turco, debole e a pezzi come la prima sera, per poter riposare un po’. Cercando di mantenere salda la voce, osservo: — Questo è senz’altro il momento migliore per dormire.

Il signor Marlowe non lo prende come un insulto o una minaccia, come avevo temuto. L’espressione sul suo viso tradisce sollievo. — Mio figlio mi ha detto che conosci la verità.

— Non lo dirò a nessuno. — Qualunque altra cosa dovessi scoprire sul conto di Alec, gli ho fatto questa promessa e intendo mantenerla. — Potete starne certo.

— Grazie per la discrezione. Significa tanto per lui, e per me.

— Ho però bisogno di parlare con qualcuno — aggiungo. — Mikhail, intendo il conte Kalashnikov, mi sta causando problemi e non so di chi fidarmi né cosa credere.



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